Per contribuire a far fronte alle difficoltà economiche dell’emergenza Covid-19, il Governo, già agli inizi di aprile, aveva erogato 400 milioni per creare “buoni spesa” da consegnare alle famiglie più in difficoltà. Con il Decreto Rilancio questo provvedimento è stato rifinanziato con altri 400 milioni di euro. È bene quindi ricordare come funzionano questi buoni, come si richiedono e dove si possono spendere.
I “buoni spesa” sono buoni utilizzabili solo per l’acquisto di generi alimentari o prodotti di prima necessità e sono spendibili solamente negli esercizi commerciali individuati da ciascun Comune e pubblicati sui rispettivi siti. Il Comune può anche decidere in autonomia di non erogare il buono spesa, ma di provvedere alla consegna direttamente dei generi alimentari alle famiglie che ne hanno diritto.
È il Comune di residenza, in particolare l’ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune, a dover identificare tra i nuclei più esposti all’emergenza Covid-19, i beneficiari e il relativo contributo, con priorità per quelli che non ricevono già alcun sostegno pubblico. Il cittadino deve comunque fare domanda ma alla fine è il Comune che individua i criteri per assegnare il buono alle famiglie più bisognose in base ai dati di reddito in suo possesso. Le modalità di erogazione sono perciò decise in autonomia dal Comune di residenza (che quindi possono differire da Comune a Comune).